" No questa non è eroica, questo è un suicidio!", mi rispose l'agronomo. Non mi è difficile capire il perché.
Il signor, Raffaele Palma, titolare dell'omonima azienda vinicola, è un uomo coraggioso,forse un po' sognatore. Non ha paura di portare l'innovazione in una terra dimenticata, amata solo dai turisti per i panorami mozzafiato, ma difficile, per molte ragioni.
Il territorio impervio, i beni ambientali, che bloccano tutte le nuove costruzione, la mancanza di manodopera (preferiscono lavorare nel turismo), la difficoltà di attivare il biologico, la voglia di recuperare i vitigni autoctoni.
Ma partiamo dall'inizio.
L'azienda si trova in comune di Maiori, sulla costiera amalfitana. I vigneti partono dalla strada, subito dopo il centro, fino quasi alla cima. Nelle zone più difficili crescono gli olivi, le altre sono state terrazzate e piantate viti, ad alberello, guyot, sperone cordonato, così tanto per divertirsi un po'.
La raccolta ovviamente è manuale, e il vino è trasportato tramite carrucole.
Il vino è poco che lo fanno, ma ricevono già ottime recensioni. Sicuramente l'azienda deve crescere, lasciare al rosso il tempo di affinarsi, e magari produrre dei vini monovarietali. Il bianco è profumatissimo, e persistente, il rosato deciso, ma il rosso ancora immaturo, a mio umile giudizio. Purtroppo lo spazio è molto ridotto e le botti sono poche, e il vino va fatto girare.
Ho trovato questa visita molto istruttiva, Raffaele parla con entusiasmo della sua ultima impresa, e l'agronomo l'ha arricchita con di informazioni scientifiche. Dopo tante visite ad aziende standardizzate, è bello scoprire un'azienda in divenire.
Spero di poter assaggiare presto anche i suoi limoni, il miele e l'olio. Nel frattempo ho bevuto il bianco abbinato ad degli ottimi paccheri di gragnano al profumo di limoni di Amalfi
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